Barriera Trento Padova
Barriera Trento Padova
Riqualificazione dell’area di Barriera Trento. Padova Italia 1998

Il giardino delle siepi

Una stanza – giardino definisce la testa del percorso alberato che collega Porta Savonarola con Barriera Trento lambendo il grande triangolo verde che si attesta sul Bastione dell’Impossibile.

La quota rilevata in prossimità della breccia viene estesa a tutto il giardino; la differenza di quota così ottenuta viene assorbita da una gradinata continua le cui alzate sfumano nella pendenza naturale di Via Raggio di Sole. Le alzate sono formate da lastre di pietra di Prun a spacco di cava posate di taglio, mentre la pavimentazione delle pedate e di tutta la fascia lungo la strada è in calcestruzzo con inerti selezionati.

Il lato del giardino parallelo alle mura viene definito dalla disposizione in serie lineare di nove siepi di carpino, potate alla dimensione di mt. 4 x 2 x h 3, che formano una parete aperta ad intervalli regolari di tre metri verso la gradinata e, quali contrafforti vegetali, bilanciano con il loro volume il peso del muro; quale ulteriore filtro verso la strada viene inoltre completato il filare di olmi che conduce da Porta Savonarola al giardino di progetto.

Una fascia in lastre di pietra di Prun bocciardata stacca la pavimentazione in ghiaia del giardino da una vasca d’acqua che segue il perimetro interno del vecchio muro di fortificazione, senza toccarlo, attraversandolo in breccia in prossimità dello scarto planimetrico esistente, fino ad allagare lo spazio voltato dei resti del “Cavaliere”.

L’acqua appare sgorgare da una lastra di ferro a forte spessore posta in testata al muro di confine rivestito dalla vite canadese e, compiuto il percorso lungo la vasca e la piscina voltata, viene convogliata nel bacino degli impianti di depurazione da un becco in lamiera posto alla soglia di una porta – finestra aperta nella vecchia muratura. L’apertura viene definita da due grandi ante socchiuse in ferro quali segnale urbano verso la città extra moenia.

Quale elemento conclusivo del progetto si propone di dare un limite definito alla breccia di Barriera Trento ricucendo in mattoni la porzione inferiore del tratto terminale del vecchio muro verso il ponte e segnalando l’intervento con un piedritto in pietra di Prun a spacco di cava alto quanto l’imposta degli archi dei resti del “Cavaliere”.

Il Casello daziario.

Due vasche – aiuola si agganciano tramite lievi rampe ai muri che chiudono i piccoli giardini laterali dell’ex casello definendo due spazi laterali maggiormente protetti dal traffico stradale ma raggiungibili in auto, dato che l’utenza dei servizi presenti supera l’ambito stretto dell’isolato.

Le aiuole sono tappezzate di arbusti sempreverdi, densi e compatti, per rafforzare il senso di volumi verdi distesi orizzontalmente e integrati al disegno del suolo.

La simmetria planimetrica del disegno si deforma in altezza definendo in modo diverso i due spazi laterali accomunati dalla connotazione prevalentemente pedonale.

Una siepe di ligustro tesa tra due platani, che integrano l’alberatura esistente lungo la circonvallazione, delimita il parcheggio che si attesta su Via Sarpi garantendo un filtro al traffico intenso della strada.

Barriera Trento Padova
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Riqualificazione dell’area di Barriera Trento. Padova Italia 1998

Progetto di Concorso 2° PREMIO

Team: Antonio Lazzaretto (capogruppo), Maurizio Garrasi,Francesco Marmo,Paolo Capponi,

Luisa Bellini Antonio Lambertini

Barriera Trento Padova
Riqualificazione dell’area di Barriera Trento. Padova Italia 1998
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