architetto Antonio Lazzaretto

Il grande vuoto che si attesta tra la Rocca e la parte più antica del nucleo storico di Peschiera, costituisce un fatto urbano di grande valore, da preservare nella sua unitarietà.

Attraverso la ridefinizione dei bordi e l’articolazione di alcuni temi specifici, la testa del Ponte dei Voltoni, i giardini e il tema dell’acqua, gli scavi romani, il sagrato della Chiesa di San Martino, l’accesso alla Rocca, si intende dare nuova forma e identità urbana alla piazza, quale luogo di relazione tra il centro storico, la Rocca e il Ponte.

Sul lato occidentale, assecondando la naturale pendenza del terreno, lungo una caditoia lineare in acciaio corten che raccoglie le acque superficiali dell’intero invaso, una serie di fontane connotano i principali episodi del percorso che dalla testa del Ponte dei Voltoni conduce, attraverso un sistema di giardini posti ai bordi della piazza, al nuovo sagrato della Chiesa di San Martino pavimentato in pietra di prun.

Sul lato opposto, il fronte dell’edificio della Rocca, viene liberato dalle modeste aiuole esistenti e rafforzato

da un bordo continuo d’acqua costituito da vasche a sfioro in acciaio Corten, interrotto in occasione del portale di ingresso da un lastricato in pietra, quale ponte che allude all’antica presenza della darsena.

I lati minori dell’invaso, posti a nord e a sud, vengono definiti da due filari di lecci (Quercus ilex) potati in forma di parallelepipedo, con un sesto di impianto molto ravvicinato, per consentire, attraverso l’intrecciarsi delle chiome, la formazione di due bastioni verdi che si fronteggiano come due significative presenze architettoniche. Alle spalle dei filari di lecci vengono posti i due parcheggi, l’uno lungo i fronti di

via XXX Maggio, l’altro in asse con il filare di pini esistenti sul lato settentrionale della piazza.

Il grande campo centrale liberato da elementi superflui, pavimentato con un getto continuo di calcestruzzo fibrorinforzato con inerti di ghiaia selezionati, rimane a disposizione per gli usi e le funzioni di una città dalla grande vocazione culturale e turistica: spazio di libertà nella tradizione dei grandi spazi aperti tra natura e artificio della cultura veneta.