Un cuneo di pietra si attesta alle pendici del piccolo Monte Sacro fino al basamento delle due chiese di San Quirico e Giulitta e di Santa Filomena, raccordandone gli ingressi e ponendoli su di un piano unitario rialzato dalla quota stradale. Questa separazione altimetrica ridefinisce i sagrati sottraendoli allo scorrimento della strada sottostante.
I due sagrati hanno connotazioni diverse.
Quello della chiesa maggiore si sviluppa chiaramente lungo l’asse longitudinale della chiesa. Due archi di muratura rivestita in serizzo definiscono uno spazio dalla forma absidale allungata; luogo di continuazione ideale e fisica dello spazio interno della chiesa, luogo del prolungamento all’esterno della funzione liturgica ma anche secondo la connotazione originaria luogo di accoglienza delle diversità dove l’ecclesia entra in relazione con la comunità.
Una lunga seduta lineare viene integrata nel parapetto lungo il lato meridionale; il parapetto opposto conduce da un lato verso l’ingresso dell’attuale parrocchia, dall’altro ad una scala che ripiega verso la strada alle spalle della seduta. Una grande quercia (Quercus robur ) è posta lungo l’asse del sagrato sia per l’evidente forza simbolica che per concludere la vista verso la strada. Tre ligustri (Ligustrum lucidum “Excelsum superbum”) sono posti invece ai piedi del muro meridionale per garantire una piacevole ombra estiva alla seduta in pietra.
Progetto di concorso
Team: Antonio Lazzaretto (capogruppo), Maurizio Garrasi, Marco Barin
